Dopo aver lasciato la scuola Materna per raggiunti limiti di età, le mie Superiore mi hanno proposto il volontariato con la Caritas, e per me, questa è stata un’esperienza stupenda. Sono stata molto fortunata a partecipare al Progetto “ROM ATELIER”! Sono stata contenta di poter mettere a disposizione del progetto le mie esperienze di sarta, di merlettaia e dei tanti lavori femminili che ho imparato in vari periodi della mia vita. Sapere di partecipare ad un progetto che avrebbe aperto la possibilità ad alcune donne ROM di entrare nel mondo del lavoro ed emanciparsi dalla condizione di disagio in cui normalmente vivono, mi dava la forza e la voglia di uscire da casa tutti i giorni, con il sole o con la pioggia, nonostante le difficoltà che a volte si presentavano.
Quando abbiamo iniziato il Progetto, ho collaborato insieme ad Anita, che è tessitrice e sarta. Lei ha costruito i telai, per insegnare alle donne la tessitura.
È stata una bella esperienza di condivisione di lavoro e di relazione. Nei primi anni di lavoro di sartoria, in genere, i lavori femminili erano preponderanti. Abbiamo fatto un mercatino, nel quale abbiamo venduto i manufatti. Le donne erano molto soddisfatte non solo per il guadagno, ma soprattutto nel vedere il loro lavoro tanto apprezzato.
Abbiamo collaborato con firme famose, per le quali abbiamo preparato tovaglie, tovaglioli, borse. Abbiamo confezionato tre casule per la Basilica di S. Giovanni e l’occorrente per le celebrazioni eucaristiche. Mons. Enrico Feroci ha indossato i paramenti nella celebrazione della notte di Natale, indicando all’Assemblea che i paramenti erano stati cuciti e abbelliti dalle donne ROM.
Negli anni abbiamo proseguito questo laboratorio che spero abbia insegnato qualcosa alle donne che rimanga come bagaglio di esperienza per la vita.
Nel rapporto con loro, ho avuto la possibilità di ascoltare i loro racconti di vita e anche molte delle loro sofferenze. Siamo sempre riuscite a sdrammatizzare e a trovare il modo di asciugare qualche lacrima.
Purtroppo, Anita ha dovuto lasciare il laboratorio per ragioni di salute, ma la mia collaborazione è proseguita. Sono state introdotte altre attività di formazione
culturale e di supporto, in prospettiva di un inserimento lavorativo.
Nell’ultimo periodo, ho lavorato spesso insieme ad un’altra volontaria, Maria Rosa, che ha partecipato al progetto fino ad oggi.
Ringrazio le mie superiore che mi hanno permesso di partecipare a questo progetto che mi ha arricchito nel conoscere persone che sono giunte da strade diverse ed, in particolare, le donne ROM, che mi hanno sempre manifestato il loro affetto.
Dopo sei anni di volontariato Caritas, mi dispiace che il Progetto finisca.
Sr Bruna Roccarina