Al centro la persona, al cuore la relazione
Porta la data del 10 settembre ed è rivolta a Scuole, Università ed Istituzioni educative, la lettera circolare a firma della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Dopo aver richiamato gli aspetti più problematici dell’emergenza sanitaria che sta gravando su tutti i Paesi del mondo, denuncia che “Secondo alcuni recenti dati forniti delle agenzie
internazionali, circa dieci milioni di bambini non potranno avere accesso all’istruzione
nei prossimi anni, aumentando il divario educativo già esistente”.
Purtroppo, l’accesso all’educazione è un privilegio per ricchi nei Paesi in via di sviluppo, ma ciò finisce anche con l’allontanare la speranza di un effettivo miglioramento delle condizioni di vita.
Nella lettera, viene poi denunciato che ” A ciò si unisce la drammatica situazione di scuole e università cattoliche che, senza sostegno economico dello Stato, rischiano la chiusura o un radicale ridimensionamento.”
Sono molti i contesti in cui le Istituzioni Cattoliche sono le uniche presenti, che garantiscono istruzione a tutti senza differenze e che promuovono uno stile educativo centrato sulla persona. Per questo, mentre la situazione sanitaria costringe all’utilizzo della “Didattica a Distanza”, nella Lettera si richiama che “occorre sempre rimettere al centro dell’azione educativa la relazione con la persona concreta e tra le persone reali che costituiscono la comunità educativa”.
All’avvio di un nuovo anno scolastico, più di sempre, gli educatori salesiani non possono fare a meno di esprimere la loro adesione al Sistema Preventivo: l'”Amorevolezza” è la qualità distintiva del singolo e dell’ambiente.
Dove vengono messe al centro la persona e la relazione, si può sviluppare e apprendere la “cultura dell’incontro”, lavorare in rete per una “formazione al servizio nella società per la promozione del bene comune” che, secondo l’insegnamento di Papa Francesco, interpella tutti a «unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna».
La lettera si conclude con un augurio: “Ci sostenga la convinzione che nell’educazione abita il seme della speranza: una speranza di pace e di giustizia”.