Lo scorso 15 giugno le nostre suore, riunite ad Alghero per gli esercizi spirituali, insieme ad altre provenienti dalle case della Sardegna, hanno potuto partecipare alla Beatificazione di Edvige Carboni svoltasi a Pozzomaggiore (SS).
Edvige fu una donna umile e forte, con una “vita intrisa di Dio”, che svolse sempre lavori manuali a servizio della propria e di altrui famiglie, e verso tanti poveri che incontrò, ma che fu colmata di doni soprannaturali straordinari.
Nata a Pozzomaggiore il 3 maggio del 1880, desiderava farsi religiosa, ma dovette restare accanto alla madre, molto malata. Da allora trascorse la sua vita domestica in maniera sobria e raccolta, alternando le faccende di casa ai momenti di preghiera. Il 14 luglio 1911 le si manifestarono sul corpo i segni della Passione di Gesù. Questo e altri fenomeni mistici che le venivano attribuiti furono indagati nel processo canonico del 1925, cui lei si sottopose in completa obbedienza. Si trasferì quindi a Roma col resto della famiglia, proprio negli anni in cui stava per esplodere la seconda guerra mondiale.
Da quando prese domicilio a Roma, fino alla morte (1938-1952), Edvige appartenne alla parrocchia dei salesiani “Santa Maria Ausiliatrice” su via Tuscolana. Lì si recava quasi ogni mattina per la Messa e Comunione; lì si raccoglieva in preghiera, solitamente nella cappella di sant’Anna; lì avvennero gran parte delle estasi e fatti prodigiosi. Il 25 Settembre 1941, inoltre, divenne Salesiana Cooperatrice.
Devotissima della Madonna, che le apparve più volte, ottenne da Lei numerose grazie. Tanti i Santi di cui ebbe apparizioni, in modo particolare san Giovanni Bosco e san Domenico Savio. Nel suo diario si segnalano ben 20 apparizioni di Don Bosco, spesso insieme a Maria Ausiliatrice o a Domenico Savio. In tali apparizioni Don Bosco le dava suggerimenti intorno alle virtù, la invitava alle devozioni alla Madonna, la incoraggiava nelle difficoltà, le chiedeva preghiere e sacrifici per la pace nel mondo, le mostrava il gran bene che facevano i Salesiani, di molti dei quali elogiava la santità, e la invitava a pregare e ad amare le suore salesiane. (cfr. http://www.infoans.org/index.php?option=com_k2&view=item&id=8216:italia-beatificata-edvige-carboni-salesiana-cooperatrice&Itemid=1680&lang=it)
Di seguito, riportiamo il saluto di Mons. Mauro Morfino, (SdB), vescovo di Alghero – Bosa, al termine del solenne rito.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla (Gv 15,5).
E’ ciò che il Signore Gesù ci ha riconsegnato nella Liturgia della Parola e che illumina questa nostra celebrazione, riscalda il nostro cuore e ci spalanca ad una più intima conoscenza del volto del Misericordioso Signore e di quella sua tenera carezza che per noi, oggi, è la Beata Edvige. E’ proprio la stessa Edvige ad essere il frutto evangelicamente saporito che oggi ci viene offerto dal Padre di ogni dono perfetto come consolazione nel nostro pellegrinaggio verso il Regno, come sicuro modello di vita umana e cristiana, come anticipazione di quella “beata speranza” che rafforza e snellisce il nostro passo incerto sulle vie del Vangelo.
Edvige, rimasta sempre in Gesù, in ogni frangente della sua esistenza – anche nei tornanti più tribolati e non poche volte tenebrosi che ha dovuro abitare! – è diventata per noi, per tanti, per tutti, frutto nutriente e saporito perché donna tutta evangelica. Sì: i sentimenti di Gesù sono diventati in lei carne viva, scelta non contrattabile di vita, criterio di ogni sua passione, forma di ogni suo affetto. Edvige Carboni a noi oggi donata come sacramento credibile, perché autentico, del cuore stesso del Signore Gesù.
Eminenza carissima, Padre Cardinale, amato Don Angelino: la Sua presenza e presidenza di questa gioiosa celebrazione ci conduce decisamente all’universa cattolicità e ci fa gustare il sapore inconfondibile della comunione: con papa Francesco, Pater Patruum, che presiede nella carità ad ogni Chiesa sparsa nel mondo; con i Vescovi che presiedono le singole Chiese “come vicari e legati di Cristo” (LG 27); con ogni presbitero, diacono, con ogni ministro del Vangelo i cui piedi sono belli e benedetti perché messaggeri che annunciano pace, perché messaggeri di una buona notizia che annuncia salvezza (cf Is 52,7); con ogni donna e ogni uomo che nella Vita consacrata ha grazia di essere profezia del Regno che viene e che preme, con ogni battezzata e battezzato che è, in verità e autenticamente, alter Christus. Con ogni persona umana che anela pienezza di vita e geme interiormente in quelle doglie che, sole, possono partorire alla luce e alla vita (cf Rm 8,22).
Il dono che oggi Ella, Padre Cardinale, ci fa è grande, è bello, è incommensurabile e, come ogni dono vero, come ogni dono di Dio, è gratuito, incondizionato, immeritato. Questo è lo stile di Dio e Lei si è reso per noi, ambasciatore di un dono che, ciascuno, in questo istante, coglie per la sua intima verità: un dono divino. Per la nostra Chiesa di Alghero-Bosa, per ogni Chiesa Sorella in terra sarda, per l’intera Cattolicità.
Un dono che desidero quantificare qui, davanti ai Pastori e a tutto il Popolo santo di Dio, perché diventi e resti memoria feconda, capace di rinsaldare i nostri passi di discepoli e di edificare nella fede quanto ci resta di questo esaltante, impegnativo e misterioso cammino che è la vita di ciascuno di noi.
La Beata Edvige ci viene oggi ostensa dalla Madre Chiesa come una cristiana che ha preso realmente “a cuore” – fino a rimanerne deformata la sua stessa cassa toracica! – il primato di Dio che ha dato forma all’intera sua persona fino a segnare indelebilmente la sua carne, il suo cuore, la sua anima e la sua intera volontà. Un primato sussurrato con le labbra e gridato con la vita. Tratto, questo, che non può non mettere in crisi stili di vita – anche ecclesiali – dove si strillano parole ma la vita è afona, ineloquente e talvolta chiassosamente in dissonanza con le parole dette…
Poi la passione per i poveri e per sovvenire alle necessità altrui e sempre senza preferenza alcuna, senza classifiche precostituite e senza pose di nessuna marca, considerando solo ciò che essa stessa poteva, e quindi doveva compiere per coloro che Dio stesso poneva sul suo cammino.
Questa Edvige mi si è stagliata davanti ancora più luminosamente di quanto già avevo colto della sua intima identità, il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, quando Professor Madau e Antonio, venendomi a trovare in clinica a Roma, mi hanno portato in dono la prima reliquia della Beata: una sua falange. Come se Edvige mi indicasse, con il suo dito, il cammino da proseguire e da perseguire, come discepolo e come Pastore di questa Chiesa: il primato di Dio; Dio da non spossessare del suo primato; Dio da non contrattare con nessuno e con nulla; Dio meta, metodo, orizzonte; Dio motivo di vita, anelito inesausto, principio e fine.
Ma quella falange, insieme alle altre che qui sono raccolte e ora abiteranno qui, a Pozzomaggiore, si era data fattivamente da fare per i poveri, per alleviare le piccole e grandi sofferenze che Edvige aveva incontrato; falangi che si sono allargate nel dono instancabile di sé; falangi che si sono tolte il necessario di dosso e di bocca perché qualcuno potesse gustare la carezza di Dio. Una falange spoglia che parla: “Da come vi amarete vi riconosceranno per miei discepoli” (Gv 13,34).
Il Signore Gesù conceda alla nostra Chiesa e a tutti i discepoli che ogni confessato primato di Dio diventi snellezza di falangi che si aprono al dono gratuito e largo, disinteressato e buono.
Eminenza carissima: forse non è un caso che nella beatificazione di Edvige Carboni sia Lei, figlio di questa Terra, a presiedere a nome del Papa questa celebrazione;
forse non è un caso che, per la familiarità misteriosa e sorprendente, corsa tra Edvige, Maria Ausliatrice, Don Bosco e Domenico Savio, oggi sia un vescovo salesiano a servire questa Chiesa;
forse non è un caso che, di quello stesso vescovo, Vostra Eminenza non abbia dovuto presiedere i funerali solenni, romani, tre settimane fa;
forse non è un caso che le spoglie di Edvige possano essere custodite qui, tra la sua gente, nel luogo che l’ha vista testimone credibile di quel primato di Dio vissuto e di quella carità fattiva attuata senza pause e senza pose. La sapienza e la generosità dei Padri Passionisti mi ha edificato ed edificherà tanti.
Don Angelino carissimo: Lei è nostro amico e conterraneo, confratello nel ministero e discepolo del Signore. Lei ci vuole bene, lo sappiamo e lo sentiamo. Lei sa anche che non siamo ricchi: conosce la fatica della nostra gente e il duro lavoro che questa terra, splendida e granitica, richiede per concedere il pane e la sussistenza. Ma proprio perché memori del dono divino che Edvige è per noi, memori di quel primato di Dio da Edvige non sbandierato ma vissuto con autenticità; memori di quelle mani che alacremente hanno dato, dato e ancora dato, Le consegnamo la piccola somma di 25,000 euro, da dare a Papa Francesco perché la Chiesa di Alghero-Bosa, povera ma credente, desidera compartecipare, nel ricordo benedetto di Edvige, a quella carità fattiva che il Vescovo di Roma compie per ogni Chiesa, in ogni latitudine. In questi anni ho toccato con mano che i poveri beneficano i poveri. Più raramente i ricchi.
Dica al Papa il mio e nostro grazie; dica al Papa l’affetto di tutti e di ciascuno. Dica al Papa che crediamo fermamente che, senza il primato petrino, non può sussistere la Chiesa di Gesù. Dica al Papa che la Chiesa di Alghero-Bosa, guardando la Beata Edvige, ama il Papa, obbedisce al Papa, difende il Papa.
Eminenza carissima: il mio grazie colmo, affettuoso, commosso alla Sua persona, alla Sua gentilezza, alla Sua attenzione per noi, per tutti e per me in particolare.
Concludo dicendo il mio e nostro grazie ai Confratelli della CES, al suo Presidente l’Arcivescovo Arrigo Miglio, a ciascun Confratello e ai carissimi Vescovi venuti dalla Penisola; a tutti i ministri ordinati e istituiti, all’intero Popolo di Dio qui raccolto o collegato attraverso la televisione.
Un fraterno e grato ringraziamento ai Padri Passionisti, al Provinciale Padre Luigi Vaninetti, al Padre Gino Gianfranceschi, al carissimo Padre Annecchino attuale parroco di Pozzomaggiore che, a Dio piacendo, riceverà compagni di strada nel tempo a venire, proprio per il servizio a questa Comunità ormai così connotata dalla spiritualità della Croce e della Passione nella figura della Beata Edvige. Affidiamo al Padre di ogni misericordia tutti i Passionisti che si son prodigati per la causa di Edvige. Non posso non ricordare la benedetta e bella persona di quel santo uomo che è stato padre Fortunato Ciomei. Vero innamorato di Edvige!
Grazie a don Quintino Manca che è stato parroco di Pozzomaggiore per 22 anni.
Un affettuoso ringraziamento al Prefetto di Sassari la Dott.ssa Maria Luisa d’Alessandro e al Questore Dottor Diego Buso; al 118, a tutte le Forze dell’ordine.
Un particolarissimo grazie alle Misericordie d’Italia per l’allestimento del piano sanitario e non solo!
Al Sindaco Mariano Soro, all’Amministrazione comunale attuale e alle Amministrazioni precedenti come a tutti e ciascuno i pozzomaggioresi: grazie di cuore per la disponibilità, la generosità, la passione, l’impegno lungo tanti anni di attesa e in questo faticoso ma esaltante ultimo periodo.
A tutti i membri del Comitato organizzatore da me istituito dico che la fatica che avete affrontato vi fa grande onore e la passione con cui avete messo mano a questa non piccola sfida resta per tutti un segno prezioso di servizio e gratuità. Alla Pubblicover di Claudio Rotunno, al coro e agli allestitori, agli impiegati dell’Ippodromo e a tutti coloro che per qualsiasi motivo hanno offerto competenze e tempo: grazie!
Due ultimi grazie, commossi, affettuosi che si caricano degli infiniti grazie di una marea di gente che prende voce attraverso la mia voce: all’Avvocato Ambrosi postulatore della causa di Edvige: la sua competenza, la professionalità e la passione hanno permesso di attraversare momenti di stagnazione della causa, di perdita di fiducia e di quasi rassegnazione. Grazie di cuore Avvocato!
L’ultimo grazie al Comitato promotore “Edvige Carboni” e al Professor Ernesto Madau: siete stati strumento insostituibile della Provvidenza perché sorgesse l’alba di questo giorno! Tutti sanno che senza il vostro impegno, la fatica, la tenacia, la caparbietà e la fede che vi ha accompagnati fino ad oggi, ben difficilmente potrei pronunciare oggi queste parole. Caro Ernesto: Edvige sa quanto hai dato, quanto hai fatto, quanto hai strenuamente combattuto. Ma lo sa anche il Signore! Perciò Lui ti sia ricompensa, Lui ti sia consolazione, Lui ti sia pace!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, a Colui che era, che è e che viene!
Maria, Madre della Chiesa, prega per noi.
Amen.
+ Mauro Maria Morfino