Il volto solidale e fraterno di Tor Bella Monaca
Tor Bella Monaca è un quartiere spesso presente nella cronaca “nera” dei giornali e non solo… ma non tutti parlano della solidarietà e della sensibilità verso i poveri e le persone sole, presenti nel territorio …
Sono molte le famiglie italiane e straniere che bussano quotidianamente al Centro Caritas, alla Parrocchia, al Vides e alla nostra comunità in cerca di assistenza nello studio, libri e materiale scolastico… ascolto, generi alimentari e lavoro sicuro, particolarmente in questo tempo di pandemia, dove le persone che lavorano in nero – e sono molte – non hanno niente.
È per questo che durante il periodo d’Avvento si è promossa una raccolta viveri per garantire un Natale dignitoso a tante famiglie, non potendo, in tempo di Covid, offrire il pranzo solidale mensile e soprattutto nel giorno di Natale.
Le persone, pur vivendo di pensione e stipendi non molto alti, hanno risposto e stanno rispondendo con tanta generosità; anche i commercianti si sono messi a disposizione garantendo la raccolta di alimenti necessari in diversi giorni.
I giovani del servizio civile, i ragazzi della PGS e del biennio e triennio dell’oratorio hanno accolto con prontezza la proposta fatta loro di mettersi a disposizione di questa iniziativa, donando un po’ del loro tempo.
Il 19 dicembre, con turni di due ore, si sono avvicendati davanti ai carrelli della “Conad” con il pettorale con la scritta “Caritas Roma”: con il loro sorriso accoglievano quanto veniva offerto dalla gente ringraziandola per la loro generosità. Non è mancato chi ha offerto non solo alimenti, ma anche buoni spesa a cui loro stessi dovevano provvedere scegliendo i prodotti che mancavano.
È stata, per i giovani e per le loro famiglie che hanno sostenuto questa iniziativa, un’esperienza che li ha messi a contatto non solo della povertà del territorio, ma anche della sensibilità verso i poveri presente e non comune nella popolazione di Tor Bella Monaca.
È stato bello vedere che, tra coloro che si sono messi a disposizione, erano presenti persone che hanno vissuto l’esperienza della privazione e la gioia del ricevere… Sembra proprio di rivivere la scena evangelica dell’obolo della Vedova… la gente semplice, quella che il papa chiama “i santi della porta accanto”, ha occhi per vedere e cuore per amare ed è capace di dare non il superfluo, ma di privarsi di qualcosa per donarlo a chi ne ha più bisogno.