Il pianeta di tutti
Come il capitalismo ha colonizzato la terra
Vandana Shiva, l’autrice di questo libro edito in Italia nel 2019, è fisica ed economista indiana, dirige il centro per la scienza la tecnologia e la politica delle risorse naturali di Dehradun in India è tra i massimi esperti internazionali di ecologia sociale.
Il testo parte da un’affermazione sconvolgente. Noi viviamo
“Tempi in cui l’1% controlla la ricchezza e hai il potere di distruggere il nostro pianeta e la vita di noi comuni esseri umani, in modo irresponsabile e senza dover rendere conto delle proprie azioni, perché ha trovato dei modi abilissimi di abbindola rci facendoci credere che gli esseri umani non hanno nulla a che fare con la terra nel l’1% con il resto della società come se non avessimo un ricchezza e un futuro comuni“. (p. 7)
Sconcertante se non seguissero 180 pagine che la dimostrano, prendendo in esame dati e fatti, noti per lo più solo agli addetti ai lavori. A fondamento della sua ricerca, vi è però questa convinzione:
“Il mondo è un’unica famiglia, siamo una sola umanità.
Siamo uniti dalla nostra diversità, da intelligenza, creatività e compassione”.
La diversità e la libertà della persona, la biodiversità e la Terra sono interconnesse. L’uomo che si prende cura della Terra rispetta anche l’altro, accogliendone la diversità come risorsa. Come è l’uomo, come è la sua mente, sarà il mondo che egli costruisce.
Il mondo costruito dall’1 % sè caratterizzato da separazione, violenza e rapina perchè prodotto da una “mente meccanica” che vede se stessa e la realtà come un insieme di oggetti percepiti distinti l’uno dall’altro.
“Le tre grandi separazioni che ci hanno portato sull’orlo dell’estinzione come specie sono la separazione degli umani dalla natura; quella degli umani tra loro secondo criteri di classe, religione, razza e genere e la separazione dell’Io dal nostro essere integrale e interconnesso.” (p. 31)
La conoscenza scientifica più genuinamente fondata interpreta la realtà come un sistema armonico che si regge su una serie di rapporti e relazioni, finemente interconnessi tra loro.
La realtà è un organismo vivente e la vita ha leggi sue proprie che garantiscono non solo l’armonia del Creato, ma anche la libertà e la vita dell’essere umano.
Rispettare la biodiversità significa rispettare la diversità culturale e delle manifestazioni con cui la Vita si manifesta, accogliendola nella consapevolezza che solo così avremo futuro e gioia.
“La prima prigione è la mente meccanica che frammenta la nostra visione del mondo, nega la nostra intelligenza e la nostra creatività calpesta il nostro potenziale e il nostro essere, flagellando la natura e anche noi, riducendo tutto a materia grigia grezza a disposizione della macchina del denaro. Cambiare il nostro modo di pensare il mondo è il passo più importante da compiere verso la trasformazione della nostra vita e del mondo di cui facciamo parte“. (p. 167)
Per questo, il Magistero degli ultimi tre Pontefici ci esorta ad una vera e propria conversione ecologica.
Occorre … stimolare e sostenere la ‘conversione ecologica’, che in questi ultimi decenni ha reso l’umanità più sensibile nei confronti della catastrofe verso la quale si stava incamminando…
Non è in gioco, quindi, solo un’ecologia ‘fisica’, attenta a tutelare l’habitat dei vari esseri viventi, ma anche un’ecologia ‘umana’ che renda più dignitosa l’esistenza delle creature, proteggendone il bene radicale della vita in tutte le sue manifestazioni e preparando alle future generazioni un ambiente che si avvicini di più al progetto del Creatore.
In questa ritrovata armonia con la natura e con se stessi gli uomini e le donne ritornano a passeggiare nel giardino della creazione, cercando di far sì che i beni della terra siano disponibili a tutti e non solo ad alcuni privilegiati. (Giovanni Paolo II, Udienza generale, 17 gennaio 2001)
… vi sono tante forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, vi è il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto. Vi è il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo. I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi. Perciò i tesori della terra non sono più al servizio dell’edificazione del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma sono asserviti alle potenze dello sfruttamento e della distruzione. (Benedetto XVI, Omelia per l’inizio del ministero petrino, 24 aprile 2005)
…una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana. (Papa Francesco, Laudato si’, 217)
Torniamo al testo della Shiva. La ricca documentazione proposta ci aiuta a conoscere il legame che esiste tra cambiamento climatico, Big Data, agricoltura digitale che, contrariamente a quanto ci viene comunicato, è causa dell’impoverimento nutritivo dei prodotti agricoli e della scarsità di cibo in molte zone della Terra. Dietro tali scelte, c’è l’1 % con nomi precisi, più o meno noti (Bill Gates per citarne uno) che rivestono di apparente filantropismo il capitalismo neo – liberista che invece depreda la Terra e svuota la dignità umana. Eppure il libro termina con una “buona notizia” che possiamo raccogliere come invito:
il nostro potere non violento proviene dall’interconnessione e dall’unità idee per questo che un seme alla volta un agricoltore alla volta un piatto alla volta seminiamo un’alternativa fondata sull’intelligenza e la scienza sulla responsabilità e la consapevolezza sull accudimento e la compassione e nel corso di questo processo sono sempre più numerose le specie che prosperano aumenta la produzione di cibo e più Vigo rossa e la rinascita della nostra biodiversità del suolo dell’acqua si libera il potenziale per un pianeta e una società più sani con una consapevolezza sempre più profonda ed estesa a più persone e per una democrazia della terra fondata sull’intelligenza di tutte le forme di vita che si evolvono intorno a noi è un fenomeno reale che annuncia la rinascita del reale.