«La speranza dei poveri non sarà mai delusa» (Sal 9,19).
Il Papa ha scelto queste parole come tema della Giornata da lui stesso istituita al termine del Giubileo della misericordia, con la lettera apostolica “Misericordia et misera”. Un segno per dire che il Giubileo della Misericordia terminava, ma non l’impegno di tutta la Chiesa ad essere operatrice di Misericordia, casa per tutti coloro che sono poveri.
Il Messaggio è un commento al Salmo ed evidenzia le diverse forme di schiavitù che opprimono gli uomini e le donne del nostro tempo. La contrapposizione tra il “ricco”, responsabile di tali ingiustizie, e il povero, che continua a confidare in Dio e nella Sua Provvidenza costituisce la chiave interpretativa, afferma il Papa, anche dei conflitti di oggi. Il povero che pone in Dio la sua fiducia è “beato” secondo la definizione che Gesù dà nel Discorso della Montagna.
Conclude il Papa: “Nella vicinanza ai poveri, la Chiesa scopre di essere un popolo che, sparso tra tante nazioni, ha la vocazione di non far sentire nessuno straniero o escluso, perché tutti coinvolge in un comune cammino di salvezza. La condizione dei poveri obbliga a non prendere alcuna distanza dal Corpo del Signore che soffre in loro. Siamo chiamati, piuttosto, a toccare la sua carne per comprometterci in prima persona in un servizio che è autentica evangelizzazione”.
Anche quest’anno molte le iniziative: il Concerto nell’Aula Paolo VI (9 novembre scorso), il Presidio Sanitario gratuito in Piazza San Pietro e una serie di altre iniziative che culmineranno con la Santa Messa con i Poveri seguita dal pranzo con circa 1500 bisognosi nell’Aula Paolo VI cui parteciperà anche il Papa.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione .