TUXTUTTI – fai la differenza
Un campo estivo è sempre un’incognita. Per chi lo organizza significa settimane di preparazione, di discussioni ed anche di notti insonni, per chi vi partecipa l’attesa dell’incontro di vecchi e nuovi amici, per chi lo anima la stanchezza di essere sempre sul pezzo unita alla gioia di donarsi completamente, per le famiglie l’ansia del distacco ma anche la consapevolezza di far vivere un’esperienza grande ai propri figli: il campo estivo non capita per caso, si sceglie.
Le aspettative per il campo organizzato dalle Exallieve della Sardegna erano alte, altissime e chissà se saranno state tutte esaudite! 54 ragazzi dai 12 ai 16 anni provenienti da diverse aree della regione (Sassari, Guspini, Macomer, Cagliari) hanno condiviso 5 giorni, dal 01 al 05 settembre, ad Arborea (OR) insieme a 9 giovani animatori, frutti del lavoro di formazione che le Exallieve stanno portando avanti da qualche anno, e 12 adulti. Durante i cinque giorni di campo si sono susseguiti momenti di riflessione personale e di gruppo, di gioco libero ed organizzato, di servizio (pulizie e mensa), di svago in spiaggia e in pineta, e di preghiera comprese la celebrazione della Santa Messa e la suggestiva veglia sotto le stelle in riva al mare. Il Tu sei per noi del canto omonimo ha caratterizzato l’inizio di ogni giornata aiutando a ricondurre a Dio tutte le attività quotidiane.
Il titolo del campo, TUXTUTTI – fai la differenza, ha avuto come filo conduttore delle giornate la cura:
- del sé – solo imparando a conoscersi autenticamente e a volersi bene, sapremo metterci consapevolmente al servizio degli altri;
- degli altri – mettersi a servizio dei bisogni di chi è vicino e amico o di chi è lontano e diverso;
- del creato – la nostra casa comune che siamo chiamati a custodire e coltivare per il bene di tutta l’umanità.
Un filo conduttore che ha consentito di affrontare diverse riflessioni ed ha catapultato i ragazzi in una dimensione comunitaria di attenzione all’altro da me non più trascurabile. Prendersi cura è una bella fatica, richiede molte energie, ci rende vulnerabili, ci espone all’altro ed è difficile da controllare. Dai nostri gesti di cura può nascere qualcosa di buono, non sempre immediatamente visibile. È lo stile salesiano della parolina all’orecchio: sta a noi sceglierlo ogni giorno.