Questa immagine intorno ad una tavola imbandita evoca una serie di simboli e di condizioni vitali che traducono esperienze e valori carichi di senso umano.
Da sempre una tavola apparecchiata, un banchetto è simbolo di amicizia, famiglia, ospitalità, solidarietà, celebrazione liturgica e momento qualificante della comunità radunata nella fede.
Attraverso la riproposizione della categoria biblica del banchetto, la casa di San Giovanni Bosco di Colleferro, grazie alle figlie di Maria Ausiliatrice e insieme ai giovani del Servizio civile e dell’oratorio, ha voluto riproporre una sintesi del percorso religioso che culmina nell’evento cristiano della Pasqua. Ripercorrendo i momenti biblici più suggestivi, dalla lettura del Salmo 33, a quella dell’Esodo e dopo una grande riflessione spirituale, siamo giunti al momento centrale “la cena del Signore”, culmine e al contempo stesso origine dell’esistenza cristiana.
L’invito alla condivisione di un “semplice e umile pasto”, non è solo la scelta di partecipare al convito, ma anche far parte di una dimensione celebrativa, ricordando il giorno del Signore, e teologica. Il pasto, simbolo dell’amicizia umana, nella partecipazione all’azione sacramentale, fa sì che tale semplice amicizia si traduca in un atto comunionale, emblema della fede, della speranza e della carità. Soprattutto nell’ordine di quest’ultima, rinnova nei commensali la vita di Cristo risorto dalla morte “ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Cor 11,26).
Il banchetto è atto di amore, è dinamismo che aiuta a liberarci da schemi prestabiliti e spesso poco comunicativi. Un momento vissuto insieme è condividere un medesimo progetto al quale collaborino contemporaneamente “generazioni diverse”, dando spazio alle qualità e disponibilità di tutti, perché in questa società molto spesso frenetica e frettolosa non è facile far coincidere i tempi… ma chi cuoco, chi cameriere, chi semplice assaggiatore quel giorno c’eravamo tutti, a ricordare che Gesù, figlio di Dio ci vuole bene.
Elisa Rossi – volontaria servizio civile