Adolescenti in tempo di pandemia
Save the children Italia Onlus ha pubblicato due interessanti documenti, scaricabili gratuitamente, che illustrano e presentano dati relativi al vissuto degli adolescenti al tempo del Covid-19.
Dopo l’inizio dell’emergenza, la nostra vita è stata sconvolta: il ritmo frenetico di tante giornate è improvvisamente stato sostituito dal silenzio irreale delle strade vuote di moltissime delle nostre città. Dietro le finestre di case e appartamenti una nuova difficile routine doveva essere sperimentata: la “vita a distanza” con lavoro e didattica, ma anche giochi e intrattenimento on line.
Gli articoli del nostro sito hanno documentato tante attività volte a sostenere famiglie, bambini, ragazzi e giovani in questo tempo. Sentiamo che non basta: continuiamo a pregare e pensare insieme.
Le disparità sono più evidenti e la distanza tra chi ha la possibilità di accedere alle tecnologie digitali e chi non ha mezzi e competenze adeguati cresce in modo preoccupante. Non solo: le abitazioni si sono rivelate spesso troppo affollate: “Questo fattore, in un periodo di lockdown, di impossibilità di uscire di casa e di condivisione obbligata con il resto della famiglia del poco spazio a disposizione, incide notevolmente sulla capacità di bambini e ragazzi di concentrarsi sugli studi, di seguire con la dovuta attenzione le lezioni online, di poter fare i compiti con la debita tranquillità” afferma il rapporto.
Una serie di grafici illustra chiaramente aspetti problematici della “didattica a distanza”, così come sono percepiti dai ragazzi.
Se, in Italia, nel 2019 lasciavano la Scuola dopo aver conseguito la Licenza media 1 ragazzo su 8, le attuali condizioni rischiano di incrementare ulteriormente il tasso di abbandono: “A differenza dell’impatto economico diretto della pandemia, che sarà temporaneo, gli effetti della perdita degli apprendimenti rischiano invece di essere permanenti” avverte “Save the children”.
A 10 mesi dall’inizio della pandemia e dalla chiusura delle scuole, 1000 studenti tra i 14 e i 18 anni sono stati coinvolti nell’indagine, arricchita dalle riflessioni di un focus group qualitativo realizzato con i ragazzi e le ragazze di SottoSopra, Movimento giovani per Save the Children, ragazzi e ragazze tra i 14 e i 22 anni presenti in 15 città italiane.
La ricerca mette in evidenza questioni urgenti che interpellano gli adulti insegnanti, genitori, educatori, ma soprattutto le istituzioni: è necessario investire nell’innovazione e nella qualità della didattica che per molti studenti non solo è percepita “a distanza” ma “distante”, incapace di percepire i reali bisogni educativi che vanno oltre gli apprendimenti. Stanchezza, incertezza, demotivazione, perdita di interesse e di speranza, incapacità di aprirsi al futuro e di progettare accompagnano sempre più le giornate dei ragazzi intervistati.
La ricerca, reperibile QUI, è nata come rapporto a sei mesi della campagna “Riscriviamo il futuro” con cui si vuole dare risposta a queste sfide.