Il “Futuro” è
nelle nostre mani
“Futuro”: potrebbe essere un titolo di un film di fantascienza tipo Matrix, potrebbe essere il titolo di un nuovo gioco della Play Station, o un nuovo modello di Iphone… ed invece no! Stiamo parlando di pasta! Si, è il nome del nuovo pastificio che il 10 novembre 2023 è stato inaugurato con la presenza del cardinal vicario di Roma De Donatis, del segretario generale della CEI monsignor Baturi, del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, del sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri e di 3 chef stellati.
Ma che c’entra il “futuro” con la pasta? Ce lo spiega Mohamed, uno degli operai che vi lavorano dal 26 Aprile 2023, giorno dell’apertura: “questo pastificio dà futuro ai ragazzi come noi, perché i ragazzi che sono delinquenti, a volte non lo vogliono essere ma sono costretti perché, se hanno sbagliato e poi non trovano niente e nessuno che gli dia un aiuto per tirarsi fuori, vengono costretti a restarci.” Come dice questo ragazzo, il pastificio “Futuro” non è altro che un’occasione, una possibilità formativa e lavorativa per poter accompagnare i ragazzi che provengono dall’Istituto Penale Minorile Casal del Marmo di Roma, e offrir loro la opportunità per non tornare all’interno del circuito delinquenziale e penale. Questa nuova esperienza mira ad insegnare un lavoro a questi ragazzi per permettergli poi di costruirsi un futuro.
Il Pastificio “Futuro” si trova all’interno del complesso di cui fa parte anche l’Istituto penale per minorenni Casal del Marmo, dove da nove anni lavoro come volontaria anche io, una FMA dell’Ispettoria Romana San Giovanni Bosco.
Il Pastificio è un laboratorio artigianale in cui si produce pasta e dove si cerca di offrire una nuova opportunità di futuro ad alcuni ragazzi che, per vari motivi, sono finiti all’interno del circuito penale già in età molto giovane. Questo progetto è stato realizzato grazie al sostegno ed ai fondi della CEI e della Caritas Italiana, oltre che al sostegno del Dipartimento di giustizia minorile e di comunità che ci ha affidato, in comodato d’uso, una struttura all’interno del carcere che abbiamo fatto demolire e ricostruito. Questo progetto è nato però molto prima, circa 10 anni fa, nel 2013, dopo la prima visita di Papa Francesco all’interno dell’Istituto Penale. In quella occasione il Santo Padre fece una esortazione ai ragazzi: “non fatevi rubare la speranza”, ed il cappellano di allora, padre Gaetano Greco, si è lasciato smuovere da questa esortazione ed ha insistito per la creazione di questa splendida avventura.
Il Pastificio è situato all’interno del comprensorio del carcere ma è fuori dal carcere, proprio per dare l’idea che questo luogo vuole essere un ponte tra l’interno e l’esterno, tra il passato ed il futuro di questi ragazzi. L’obiettivo di questa opera non è solo produrre una pasta di alta qualità ma è anche quello di assumere il maggior numero di ragazzi penali per poter formarli al lavoro e cercare di accompagnarli nel reinserimento nella società ed evitare la reiterazione del reato.
Il pastificio “Futuro” è gestito dalla Cooperativa Gusto Libero di cui fa parte non solo il cappellano dell’Istituto penale ma anche una serie di figure professionali ed educative. Io sono socia volontaria della Cooperativa, responsabile educativa del Progetto, tengo i contatti tra il carcere e il pastificio e attraverso i colloqui personali individuo e segnalo i ragazzi adatti e pronti per questa esperienza.
In questo momento sono stati assunti con contratto regolare tre ragazzi: una ragazza attualmente detenuta che ogni giorno esce per venire a lavorare in articolo 21, ovvero senza l’accompagnamento della polizia penitenziaria; insieme a lei lavorano altri due ragazzi, entrambi ex detenuti, che stanno finendo di scontare la loro pena all’esterno in misura alternativa. Ognuno di loro ha un contratto regolare, con ferie e malattie retribuite, con la tredicesima, con tutti i privilegi di un contratto a tempo determinato, che si potrà poi trasformare a tempo indeterminato per chi vorrà continuare il percorso e per i più meritevoli. All’interno del pastificio potranno lavorare circa 20 ragazzi del circuito penale minorile, provenienti sia dal carcere sia dai servizi sociali penali.
Ma perché abbiamo scelto la pasta? Anzitutto perché la pasta è un prodotto semplice, sulle tavole di tutti; così sono i nostri giovani: sono semplici e spontanei, a volte senza troppi filtri, ma sinceri. Inoltre il processo per fare la pasta è lungo, ha bisogno di materie prime di buona qualità ma che bisogna dosare con cura; così con i nostri ragazzi bisogna imparare a dosare con cura affetto e regole, come direbbe don Bosco “ragione e amorevolezza”. E poi per il processo di pastificazione ci vuole tempo, ci vuole attenzione; e così è anche la vita di questi ragazzi. Ci vuole un lungo tempo per scoprire se stessi e riscoprire le belle qualità che ognuno di loro porta in sé. Il periodo di detenzione dovrebbe essere proprio quel tempo in cui si aiutano i ragazzi a conoscere se stessi, guardarsi dentro, assumersi la responsabilità dei propri sbagli e cercare in se stessi, anche con l’aiuto di adulti affidabili, la parte bella, quel “punto accessibile al bene” di cui parla don Bosco, per poi tornare a desiderare qualcosa di bello per il futuro. Per fare questo, come per fare la pasta, ci vuole del sacrificio che alla fine porta però ad una grande soddisfazione. Questa esperienza nuova vuole proprio inserirsi in questo processo che i ragazzi sono chiamati a fare una volta entrati all’interno dell’Istituto Penale: è un segno concreto di fiducia e di accompagnamento per aiutare questi ragazzi a tornare a sognare e a scoprire il bene in loro, è un’opera di prevenzione e offerta di una seconda possibilità.
La pasta del nostro pastificio è fatta con una semola di grano pregiata, proveniente da coltivazioni esclusivamente del Lazio, trafilata al bronzo e lavorata con una lenta essiccazione. Inoltre, tutto il processo, viene fatto a mano dai ragazzi: anche l’impacchettamento e l’etichettatura di ogni pacco di pasta viene effettuata a mano proprio per dare il senso del lavoro e per poter inserire il maggior numero di ragazzi. Il pastificio è pronto per poter produrre 2 tonnellate di pasta al giorno anche se, per il momento, stiamo producendo circa 2 tonnellate a settimana, per poter formare i primi ragazzi che, a loro volta, diventeranno i formatori dei prossimi che arriveranno.
Il pastificio “Futuro” vuole essere, inoltre, anche un luogo di incontro. All’interno della struttura infatti abbiamo voluto far costruire un’aula che affacciata proprio sulla zona di produzione. Questo perché desideriamo aprire questa struttura alle scuole medie e superiori di Roma, una volta a settimana. Abbiamo pensato che questa esperienza di incontro tra ragazzi delle scuole ed i nostri lavoratori può essere un’esperienza formativa e preventiva. I ragazzi provenienti dalle scuole potranno vedere tutto il processo di pastificazione e potranno inoltre e incontrare ragazzi della loro età o poco più grandi che dopo esperienze di sconfitta stanno cercando una rivincita.
Per concludere voglio riprendere le splendide e “salesiane” parole di monsignor Baturi all’inaugurazione: “questa esperienza vuole essere un salvagente per questi ragazzi che dopo aver mancato il bersaglio della vita, desiderano rimettersi in carreggiata, soprattutto dopo aver fatto l’esperienza dell’aria che manca…vogliamo offrire salvagenti per la loro vita perché possano avere un’alternativa al contesto subìto o scelto e possano sentire famiglia in relazioni positive e trovare casa, ed attraverso un lavoro onesto e retribuito mettere a frutto nella società la loro bella personalità; perché la vita di ogni ragazzo che ha sbagliato non può essere riassunta nel suo errore ma deve sbocciare in modo costruttivo”. Per noi come Chiesa questo è un impegno costante per mettere in pratica il vangelo di Gesù: amare senza giudicare, guardare l’altro che può aver sbagliato ma non considerarlo sbagliato perché Gesù concede salvezza a TUTTI.
Sr. Aurora Consolini